Gli arancini del recupero...

Oggi mi voglio mettere alla prova... quando ho del tempo che mi avanza, non posso che dedicarmi all'attività che in assoluto mi riesce meglio: cucinare!
Per chi lo faccio?? Per le persone che amo e che mi sostengono!
Talvolta occorre mettersi in gioco, sia nella vita che nelle proprie passioni, così mi sono detta: "perchè non sfidare un caposaldo della tradizione siciliana e rivisitarlo sfruttando degli ingredienti che mi avanzavano da una lasagna della scorsa Domenica??" ...è così che nasce questo piatto un pò più originale, ma che spero sappia lo stesso ammaliare il vostro palato ed appetito!

Buona lettura...

INGREDIENTI: (DOSI PER 3 ARANCINI DI MEDIE DIMENSIONI)

200 gr riso precotto
5 cucchiai colmi ragù + besciamella
1 sottiletta
1 uovo
pangrattato qb
olio di semi qb




PREPARAZIONE:

Per preparare gli arancini "a modo mio" occorre fare bollire per tre minuti il riso precotto in abbondante acqua salata. (La qualità di questo riso è che impiega poco a cuocere e mantiene la cottura al dente).
Una volta scolato mischiarlo alla crema di ragù e besciamella (questo era l'avanzo delle lasagne). Lasciare raffreddare il tutto, una volta freddo prendere poco impasto, appiattirlo sul palmo della mano e farcirlo con un pezzetto di sottiletta, richiudere l'arancino con un altro po' di impasto di riso. Schiacciare bene la pallina ottenuta con le mani.
Una volta realizzati tutti gli arancini passarli in un uovo sbattuto e nel pangrattato.
Friggere ad immersione in abbondante olio di semi.L'olio deve ricoprire del tutto l'arancino.
Lasciare friggere per 4/5 minuti, fino a che l'arancino non risulti ben dorato. Togliere dall'olio ed asciugarlo all'interno di un foglio di scottex.
Salare e servire caldi.

"Gesù, gli arancini di Adelina! Li aveva assaggiati solo una volta: un ricordo che sicuramente gli era trasùto nel Dna, nel patrimonio genetico...Il suco della carne s’ammisca col risotto. A questo punto si piglia tanticchia di risotto, s’assistema nel palmo d’una mano fatta a conca, ci si mette dentro quanto un cucchiaio di composta e copre con dell’altro riso a formare una bella palla...
E allafine, ringrazziannu u Signiruzzu, si mangiano!"
Andrea Camilleri



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